Il modello di CSR di BNP Paribas si basa su 4 aree di responsabilità (economica, come datore di lavoro, verso la collettività e ambientale) e 13 obiettivi specifici il cui raggiungimento pesa per il 20% della retribuzione variabile di 5000 manager.

In questo modello trasversale, l’ambiente e le azioni contro il cambiamento climatico hanno acquisito un ruolo ancora più centrale nel post Cop 21, fissando nuovi sfidanti obiettivi.

Da quest’anno BNP Paribas non finanzierà più nuove centrali elettriche alimentate a carbone ovunque nel mondo, e in generale finanzierà solo progetti e aziende che rispettino i più alti standard ambientali, abbiano una strategia di diversificazione dal carbone e puntino a  ridurre la produzione delle centrali a carbone almeno in linea con le ambizioni del proprio Paese. In un anno sono state 40 le società cui BNP Paribas ha negato i finanziamenti (in Polonia e nei paesi asiatici) perché non soddisfacevano questi requisiti. Questo impegno si inserisce nell’ambito delle Politiche settoriali che disciplinano le attività del Gruppo in finanziamenti e investimenti in settori sensibili,  andando oltre le norme di legge e anticipando le attese della società. Le Politiche settoriali sono applicate in tutti i Paesi, inclusa l’Italia, e sono: difesa e armamenti, produzione di energia nucleare, olio di palma e polpa di legno, energia elettrica da centrali a carbone, attività mineraria, agricoltura e sabbie bituminose, tabacco.

BNP Paribas si è poi impegnata a raddoppiare i propri finanziamenti alle energie rinnovabili, per raggiungere i 15 MLD di euro nel 2020, oltre a sostenere con 100 MM euro le start-up più innovative dal punto di vista della transizione energetica.   

>> Link approfondimento: https://bnl.it/rsc/comunicazione/responsabilitasociale/internal/codice-di-condotta-e-politiche-di-settore.html

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