Si è tenuta il 10 maggio scorso, a Milano, la settima edizione del Business & SDGs High Level Meeting promossa dall’UN Global Compact Italia e ospitata da Maire Tecnimont. Gestione sostenibile delle catene di fornitura: responsabilità e opportunità per le aziende, questo il tema al centro della tavola rotonda di alto livello, che ha riunito circa venti Presidenti e Amministratori delegati di grandi realtà italiane attive in diversi settori produttivi, fra i quali multiutility e energia, trasporti e manifatturiero.

L’80% degli impatti ambientali al livello globale si genera all’interno delle catene di approvvigionamento aziendali. Oltre a questo, per le imprese, buona parte degli obiettivi di avanzamento su diritti umani e del lavoro, salute e sicurezza, anticorruzione risulta strettamente connessa alla gestione della supply chain: partendo dalla selezione dei fornitori, passando per il loro coinvolgimento, fino alla misurazione delle performance di sostenibilità della filiera. 

E’ del tutto riconosciuto, poi, il significato economico della supply chain sostenibile, in termini di riduzione dei rischi e migliore gestione delle perturbazioni, oltre che di abbattimento dei costi e degli sprechi per una maggiore efficienza dei processi produttivi.

Come promuovere, quindi, la sostenibilità lungo la filiera? «La diffusione della sostenibilità lungo la catena di fornitura non passa mai attraverso bruschi cambiamenti. Come trasformazione di tipo culturale, si realizza attraverso un processo di “accompagnamento” dei fornitori graduale e di lungo periodo, guidato da una logica win-win. In quest'ottica l’UN Global Compact invita le aziende di tutto il mondo a ispirare e supportare le PMI che fanno parte delle loro filiere ad attivarsi per l’Agenda 2030 e i suoi 17 SDGs, consapevoli del fatto che spesso questi attori sono veri e propri serbatoi d’innovazione.» con queste parole Marco Frey, Presidente di UNGCN Italia ha aperto il CEO Meeting

Daniela Bernacchi, Segretario Generale e Executive Director della rete locale di Global Compact ha, poi, aggiunto: «Da una recente analisi di Ecovadis 2021 su oltre 30.000 aziende, partecipanti e non a UN Global Compact, risulta che le aziende aderenti a UNGC registrano performance migliori (13 punti percentuali in più) rispetto alle altre sui temi della sostenibilità delle catene di fornitura. La stessa partecipazione all’iniziativa onusiana e al Network italiano rappresenta, per queste, un’ulteriore opportunità per attivare partnership o azioni collettive insieme ad altri attori business, mettendo quindi in condivisione le proprie conoscenze e risorse su obiettivi comuni.» 

I CEO presenti alla tavola rotonda vedono la promozione di filiere sostenibili come un percorso imprescindibile e irreversibile (una volta che viene intrapreso) per ciascuna azienda. Essi, inoltre, riconoscono la centralità dell’approccio circolare nonostante le criticità connesse al trade-off qualità-prezzo dei materiali circolari, alla loro reperibilità considerando il fabbisogno, alle possibilità di trasporto e all’impatto ambientale connesso al loro spostamento. In altre parole, con la circolarità si perdono punti di appoggio dati per scontati nei modelli di filiera non circolari. Due sono le soluzioni a tali criticità, secondo Fabio Iraldo, Professore della Scuola Superiore Sant’Anna intervenuto a supporto della discussione: la tracciabilità dei materiali e la certificazione della tracciabilità e dell’outcome

Soluzioni circolari sono state riconosciute anche da Alberto Carrillo Pineda, Managing Director di Science based Targets Initiative - SBTi, come abilitanti per favorire la decarbonizzazione dei settori hard-to-abate, che complessivamente sono responsabili del 40% delle emissioni di gas serra globali. Il coinvolgimento attivo dei fornitori verso target net-zero è fondamentale, dal momento che come afferma un recente studio di CDP, le emissioni che avvengono nella supply chain (Scope 3) sono oltre 11 volte maggiori rispetto a quelle di Scope 1 e 2.

Fabrizio Petri, Presidente del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani di MAECI (CIDU), ha invece riportato l’attenzione dei CEO sulla dimensione delle catene di fornitura connessa ai Diritti Umani, invitando le aziende a fare chiarezza in primis sulla definizione di diritto umano, come punto di partenza fondamentale per la loro piena affermazione e promozione. Inoltre, dal Ministro, è arrivato per gli attori business l’invito a considerare le Istituzioni, nazionali ed internazionali, come importanti sponde nel percorso di sviluppo di filiere sostenibili, in cui siano garantiti i principi di equità e allo stesso tempo riconosciute e valorizzate le diversità. 

«Sono particolarmente felice di aver ospitato il CEO Meeting del Global Compact.» - ha commentato Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont, azienda host dell'iniziativa. «La promozione di una supply chain sostenibile è fondamentale: con molti dei nostri 4.000 fornitori attivi abbiamo già concluso un processo di classificazione ESG, l'obiettivo è il 100% della nostra catena del valore. Li stiamo anche coinvolgendo nel nostro percorso verso la decarbonizzazione. I nostri progetti per la transizione energetica consentiranno inoltre di creare nuove filiere, in Italia e all'estero, filiere corte con una forte caratterizzazione ambientale e sociale per la sostenibilità.» 

Il prossimo Ceo Meeting di UNGCN Italia si terrà nella primavera 2023.

In programma, invece, per ottobre 2022 il settimo SDG Forum che si terrà a Torino e sarà dedicato al “ruolo delle imprese per le città sostenibili”.

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