Salgono a 135 le imprese italiane che hanno sottoscritto il Manifesto “Imprese per le Persone e la Società”. Lanciato esattamente un anno fa, il documento proposto dall’UN Global Compact Network Italia ha l’obiettivo di promuovere un impegno crescente nella dimensione Sociale della sostenibilità in azienda, lungo le catene di fornitura e nelle comunità.
Attraverso il Manifesto, che si articola in dieci punti, i CEO e Presidenti firmatari impegnano le proprie aziende a garantire standard lavorativi adeguati al proprio personale dipendente e a richiederli ai propri fornitori, a ridurre le disuguaglianze sociali e di genere nella comunità esterna, a supportare azioni per il benessere della collettività, a investire nella formazione e nella sensibilizzazione dentro e fuori l’impresa, anche attraverso la collaborazione con altre realtà.
In Italia sono ancora molte le aree di miglioramento e i gap da colmare, in riferimento alla dimensione sociale della sostenibilità. Un report ISTAT pubblicato ad ottobre 2023 evidenzia che nel 2021 il complesso dell’economia sommersa valeva 173,9 miliardi di euro, in aumento di 16,5 miliardi rispetto all’anno precedente. Sempre nel 2021, erano 2,9 milioni le unità di lavoro irregolari, con un aumento del 2,5% sul 2020. Inoltre, secondo il Global Gender Gap Report 2024 di World Economic Forum, l’Italia si posiziona all’87° posto su 146 Paesi sul tema della parità di genere, con una perdita di 8 posizioni in dodici mesi, ed il documento evidenzia una disuguaglianza salariale che continua a essere problematica, come indicato dal 95° posto nel divario retributivo di genere. Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Istat, nel 2023 quasi un decimo delle persone in Italia (5,7 milioni di cittadini, ossia il 9,8% degli abitanti complessivi), era in una condizione di povertà assoluta, tra cui anche il 7,6% degli occupati.
Il settore privato sta innalzando gli sforzi e gli investimenti. I dati ISTAT stimano che a giugno 2023 il 60,9% delle imprese manifatturiere aveva intrapreso azioni di responsabilità sociale. Le pratiche includono misure per la sicurezza nei luoghi di lavoro (53,1% delle imprese manifatturiere), sicurezza dei processi produttivi (42,8%) e welfare aziendale (37,8%).
Il tema è di stretta attualità anche al livello normativo, dopo che a maggio il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva sulla Due Diligence (CSDDD) che impone alle imprese di grandi dimensioni di prevenire o rimediare gli impatti negativi sui diritti umani causati dalle proprie attività. Allo stesso tempo, nel 2023 sono stati adottati gli standard europei ESRS, su cui si baserà la rendicontazione sulla sostenibilità delle imprese secondo la Corporate Responsibility Reporting Directive (CSRD), che pongono un focus fondamentale sul tema sociale.
“In un contesto globale sempre più complesso, è essenziale che le aziende italiane dimostrino un forte impegno nel raggiungimento dello sviluppo sostenibile, tenendo sempre presente la forte interconnessione tra la dimensione ambientale e quella sociale – ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director, UN Global Compact Network Italia. Il settore privato deve e può alzare la propria ambizione e responsabilità, con l’obiettivo di costruire un ecosistema in cui le imprese non solo prosperino, ma contribuiscano attivamente al benessere del proprio personale, delle catene di fornitura, dei consumatori e, infine, delle comunità in cui operano”.
L’elenco completo delle aziende che hanno firmato il Manifesto è disponibile qui. Il documento può essere adottato anche dalle imprese che non aderiscono all’iniziativa onusiana attraverso la landing page dedicata, disponibile sul sito dell’UNGCN Italia.