Si è svolto ieri il kick-off meeting della terza edizione italiana del Target Gender Equality Accelerator, il percorso di formazione, della durata di nove mesi, sul tema della parità di genere, sviluppato dal Global Compact delle Nazioni Unite e implementato al livello nazionale dal Network italiano con il coordinamento di Stella Sigillò e il supporto di Jakala, azienda leader nel campo della trasformazione digitale e dell’AI.
L’obiettivo del programma è quello di supportare le imprese nell'intraprendere azioni significative in un’ottica di accrescimento dell’impatto - in termini di pari rappresentanza, partecipazione, retribuzione e leadership - del Goal 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che mira a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e ragazze.
Sono 40 le aziende italiane coinvolte in questa edizione: un pool importante che fa guadagnare al Network italiano il secondo posto al livello globale, in termini di partecipazione numerica al percorso. Tra i presenti, aziende che operano nei settori più vari (finanziario, servizi, consulenza, tecnologia, ecc.) e che per questo si trovano a rispondere a sfide diversificate e complesse rispetto al tema della parità di genere.
«Ci dimentichiamo spesso che i diritti delle donne sono diritti umani – ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia, in apertura dell’incontro – È importante sensibilizzare il maggior numero di persone al tema, e soprattutto gli uomini, perché si tratta di un vero e proprio fenomeno culturale. Al livello aziendale, stiamo andando verso la direzione giusta, ma c’è ancora molta strada da fare. Una prima importante misura messa in atto in questo contesto è senza dubbio la Certificazione per la parità di genere, introdotta nell’ambito del PNRR, con cui le imprese potranno essere accompagnate a ridurre il divario di genere e misurare il proprio impegno in termini di capitale umano. I dati ci confermano che la diversity fa bene: secondo Federmanager, le imprese con una forte conduzione femminile e quelle a conduzione paritaria presentano un punteggio più alto sul grado di innovazione rispetto alle imprese a conduzione prioritaria o esclusivamente maschile. Il mondo del business ha senza dubbio una responsabilità sociale forte in questo senso e siamo davvero felici di vedere che così tante aziende abbiano risposto positivamente all’appello del Global Compact di aderire a questo programma.»
Il primo incontro del Target Gender Equality Accelerator, ospitato nella sede milanese di Jakala, ha offerto ai partecipanti l’opportunità di confrontarsi sul grado di avanzamento delle varie aziende rispetto agli obiettivi sulla parità di genere e KPIs specifici, con riferimento soprattutto a tre filoni d’azione principali, sottolineati anche dalla facilitatrice del percorso, Amelia Kraij Lopez-Huix: la riflessione e la messa in discussione di pregiudizi inconsci, lavorando sui bias cognitivi e sulla cultura interna all’azienda; l’applicazione di una “lente” di genere intersezionale a tutte le strategie e operation aziendali e una maggiore attenzione alla voce delle donne, nell’ottica di un vero empowerment, che parta dal luogo di lavoro e si estenda ai più ampi contesti del mercato e della comunità.
Dopo la presentazione dei vari step previsti nel quadro dell’Accelerator, l’introduzione dei Women’s Empowerment Principles, (WEPs) sviluppati da UNGC e UN Women, e del relativo Tool pensato per accompagnare le imprese nel percorso, durante l’incontro sono state inoltre presentate quattro best practices aziendali.
Nello specifico, Jakala ha sottolineato l’importanza di un forte supporto al livello apicale nell’implementazione di programmi interni per la parità di genere, su diversi fronti: dalla gestione della genitorialità, alla work-life balance, alla struttura della propria governance. AWorld ha condiviso la propria testimonianza di PMI riguardo l’efficacia e impatto del percorso Target Gender Equality e i processi interni che ha fatto scaturire, in ottica di ingaggio della leadership e di dialogo tra diverse funzioni e ruoli. Maire ha presentato le proprie iniziative, focalizzandosi in particolare sulle partnership con scuole e università e sui progetti internazionali nei 45 Paesi in cui opera, come il più recente in India, in cui sono stati raggiunti gli obiettivi di parità di genere nel processo di selezione di ingegneri/e per un progetto. Infine, Eni ha presentato il proprio lavoro triennale sul tema, dalla firma dei WEPs, al processo di self-assesment, fino alla redazione di un Action Plan specifico e ai risultati concreti raggiunti in 4 principali aree di azione: gender mainstreaming di prodotti e servizi, prospettiva di genere nei progetti di sviluppo locale, violenza di genere e salute, sicurezza e medicina di genere.
Per guidare le imprese neo-aderenti e innescare uno scambio proficuo tra quelle già attive nel percorso, i partecipanti sono stati suddivisi in gruppi di lavoro e dotati di materiali utili al dibattito e alla condivisione, in un’ottica di peer-to-peer learning.
Le attività del percorso di accelerazione proseguiranno fino a febbraio 2025 e si articoleranno in nuovi appuntamenti con sessioni informative e workshop. Le aziende saranno dotate dei dati e delle ricerche più recenti a supporto del business case per l'uguaglianza di genere, otterranno spunti dagli altri partecipanti, e dovranno sviluppare un piano d'azione per mettere in pratica ciò che avranno appreso, dando così il proprio contributo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) e di una concreta parità di genere.