Si è svolto lo scorso mercoledì, a Milano, presso la sede di Edison e in videoconferenza, il primo incontro della terza edizione del Tavolo di Lavoro Sustainable Procurement, promosso dall’UN Global Compact Network Italia. L’edizione 2025 del percorso, realizzata con il supporto di Edison come Sponsor e di ERM come Partner Tecnico, ha coinvolto 60 realtà aziendali – per la maggior parte grandi imprese – operanti in diversi settori industriali, tra cui personal goods, gas, water & multiutility, beverages e industrial transportation.

L’incontro è stato coordinato da Laura Capolongo e Valentina Dal Magro, rispettivamente Senior Manager, Programme & Institutional Relations, e Programme Officer SMEs & Supply Chain di UNGCN Italia. Hanno partecipato in qualità di relatori Irene Pietropaoli, Senior Fellow in Business & Human Rights e Director of the Human Rights Due Diligence Forum presso il British Institute of International and Comparative Law e Roberto Caranta, Full Professor, Department of Law, presso l’Università di Torino.

In apertura, l’Executive Director di UNGCN Italia, Daniela Bernacchi, ha ricordato come – in un contesto globale in profondo mutamento, caratterizzato dalla messa in discussione degli equilibri geopolitici storici – la presentazione del pacchetto Omnibus da parte della Commissione Europea contribuisca a rafforzare il clima di incertezza nel quale le aziende sono chiamate ad operare:
“Il suggerimento che ci sentiamo di dare – afferma Bernacchi – è quello di non lavorare sulla sostenibilità solo in relazione ad una compliance normativa, ma di farne un asset di integrazione nei bilanci finanziari e di renderlo un vantaggio competitivo”. Bernacchi ha inoltre richiamato l’attenzione sul Global Risk Report 2025 del World Economic Forum, che evidenzia come migrazioni, disuguaglianze crescenti e instabilità geopolitica rappresentino alcuni dei principali rischi percepiti dalle aziende a livello globale. Un quadro che conferma la rilevanza della dimensione sociale nella gestione responsabile della catena di fornitura, al centro del primo incontro del Tavolo di Lavoro.

Dopo i saluti iniziali di Elena Guarnone, Head of Sustainability di Edison, che ha posto l’accento sull’importanza centrale del Procurement come elemento strategico della sostenibilità, i partecipanti sono entrati nel vivo dell’incontro; il meeting ha rappresentato un’importante occasione di approfondimento sulle tematiche sociali legate alla gestione sostenibile delle supply chain, inquadrate nell'evoluzione del contesto regolatorio, con particolare attenzione al pacchetto Omnibus.

Come ha, infatti, spiegato Irene Pietropaoli, l’introduzione del pacchetto Omnibus, pensato per razionalizzare il quadro normativo europeo sulla sostenibilità, sta generando nuove complessità per le imprese, mettendo a rischio la continuità e l’efficacia delle strategie già avviate in questo ambito. Omnibus introduce, infatti, una serie di rinvii e semplificazioni normative – come, ad esempio, il posticipo delle scadenze CSRD/CSDDD e l’innalzamento delle soglie dimensionali per le imprese e alcune esenzioni settoriali – che riducono il numero di aziende soggette agli obblighi di sostenibilità. Ad esempio, le nuove soglie previste dalla CSRD escludono le imprese con meno di 1.000 dipendenti e con un fatturato inferiore a 450 milioni di euro, abbassando drasticamente il numero di aziende obbligate alla rendicontazione, da circa 50.000 a meno di 10.000.

Anche la normativa CSDDD ha subito una significativa revisione, limitando l’obbligo di due diligence ai soli fornitori diretti con più di 500 dipendenti. I livelli inferiori della filiera sono esclusi, a meno che non vi siano “informazioni plausibili” sugli impatti negativi, sulla cui concreta definizione permangono diverse ambiguità. Inoltre, sono stati eliminati requisiti fondamentali, come l’obbligo di predisporre un piano di transizione climatica o di assumersi una responsabilità civile per eventuali violazioni.

Queste modifiche rischiano di produrre importanti lacune informative: circa l’80% delle imprese risultano ora esentate dal reporting, con una conseguente perdita di trasparenza. Ciò potrebbe tradursi in un rallentamento dell’azione climatica, in una due diligence più debole lungo le filiere globali e in un indebolimento complessivo della responsabilità d’impresa, mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo.

In questo contesto, la funzione Procurement ha un ruolo cruciale, garantendo la selezione dei fornitori non solo in base ai costi, ma anche in base ai criteri ESG, introducendo clausole vincolanti sui diritti umani e monitorando la provenienza delle materie prime e la conformità alle normative.

al via la terza edizione del tavolo di lavoro sustainable procurement dellungcn italia 01

Subito dopo, il professor Roberto Caranta ha approfondito il tema della dimensione sociale negli appalti pubblici, sottolineando diversi elementi chiave che meritano di essere evidenziati. In primo luogo, l’Italia si distingue come uno dei Paesi pionieri nell’introduzione di criteri di accessibilità nei contratti pubblici. Questi criteri mirano a garantire che i servizi e le infrastrutture realizzati tramite appalti siano fruibili anche dalle persone con disabilità o con esigenze specifiche. Sempre in quest’ambito, acquisiscono crescente rilievo le clausole sociali, strumenti fondamentali per rafforzare l’impatto sociale degli appalti. Le clausole hanno lo scopo di:

  • promuovere le pari opportunità, sia generazionali sia di genere;

  • favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità;

  • garantire l’applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL).

A questo proposito, l’articolo 11 del nuovo Codice degli Appalti stabilisce che tutto il personale impiegato nell’esecuzione dei lavori – a qualsiasi titolo – deve essere inquadrato secondo il CCNL in vigore per il settore e l’area territoriale di riferimento. Spetta, inoltre, alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti il compito di indicare chiaramente il contratto collettivo applicabile all’appalto.

Un ulteriore elemento di rilievo riguarda l’introduzione di criteri premiali nei bandi di gara. Sebbene i Criteri Ambientali Minimi (CAM) siano finalizzati principalmente alla sostenibilità ambientale, in alcuni ambiti – come, ad esempio, il settore tessile – si comincia a osservare l’integrazione di elementi sociali. Le amministrazioni possono infatti assegnare punteggi aggiuntivi agli operatori economici che adottano clausole in materia di condizioni di lavoro lungo l’intera catena di fornitura.

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Momento cruciale dell’evento è stata, inoltre, l’esercitazione pratica realizzata dai consulenti ERM Italia, Guido Alfani, Chiara Sacco, Paola Bertolini, Fabrizio Sechi e Chiara Ciolli. Il tema centrale dell’esercitazione è stato l’ingaggio della filiera, ovvero come le aziende possono coinvolgere attivamente i fornitori, nei propri obiettivi di sostenibilità, con particolare attenzione alla dimensione sociale.

A tale scopo, è stato proposto un processo in 5 fasi per un ingaggio efficace dei fornitori.

  1. Commitment:

    • Il punto di partenza è l’impegno del top management, che poi deve riflettersi a tutti i livelli dell’organizzazione

  1. Awareness Raising

    • Occorre promuovere la consapevolezza sull’importanza del supplier engagement tra tutte le funzioni aziendali

  2. Cultural reinforcement:

    • Un engagement efficace si basa anche sul rafforzamento culturale interno, provvedendo anche strumenti di comunicazione e diffusione della cultura della sostenibilità

  3. Progetti:

    • La fase successiva è lo sviluppo di iniziative congiunte e percorsi di partnership con i fornitori.

  4. Monitoraggio:

    • L’attività di valutazione e controllo è cruciale per misurare l’efficacia delle iniziative e guidare con decisione gli interventi successivi.

L’esercitazione si è svolta con la creazione di tre gruppi di lavoro in presenza e uno da remoto, a sua volta suddiviso in tre sottogruppi. A ciascun gruppo è stato affidato un focus specifico: il processo di ingaggio, i temi di salute e sicurezza, le questioni relative a lavoro e diritti umani, e infine la tematica di diversity & inclusion. Dal confronto tematico è emersa con chiarezza l’idea che non è sufficiente richiedere ai fornitori di essere “sostenibili”: è fondamentale accompagnarli attivamente in un percorso che consenta loro di comprendere quali azioni concrete adottare per mitigare i rischi ESG, prevenire le non conformità e allinearsi alle normative vigenti.

Inoltre, altri punti cruciali per un engagement efficace dei fornitori includono: formazione interna dei dipendenti; stesura di policy e codici di condotta; introduzione di strumenti volti a monitorare e valutare l’adozione di pratiche ESG da parte dei fornitori mediante KPI specifici; attivazione di sistemi di incentivazione e, infine, condivisioni di best practice con i fornitori.

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Durante l’evento sono state condivise anche le esperienze aziendali di Edison e Amplifon, grazie ai contributi di Roberto Botta (Direzione Procurement - Qualifica Fornitori - Edison), Valentina Morelli (Responsabile Stakeholder & Governance Impact, Divisione Sustainability - Edison) ed Elisabetta Marani (Global Manager ESG Procurement & Supply Chain - Amplifon). Tra le iniziative implementate per integrare la sostenibilità nel procurement figurano:

  • Avviare processi di qualifica dei fornitori, basati su criteri di sostenibilità

  • Sviluppare policy, codici di condotta e codici etici, condivisi con i fornitori

  • Effettuare audit on-site, per garantire il rispetto degli standard

  • Creare progetti di raising awaress con i fornitori, allo scopo di aumentare la sensibilità sulle tematiche ESG

Tra i principali progetti avviati, Edison ha lanciato la Sustainable Procurement Academy, una piattaforma di formazione realizzata in collaborazione con ALTIS (l’Alta Scuola dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) e pensata per aiutare soprattutto le PMI a comprendere e integrare i principi della sostenibilità nelle proprie attività quotidiane, oltre che migliorare le loro performance e rafforzare il legame con la filiera.

Amplifon, invece, si è focalizzata sul tema degli audit, che conduce regolarmente tra i suoi fornitori e sulla definizione di piani di miglioramento che vengono sviluppati in affiancamento ai fornitori, al fine di favorire un percorso di crescita continuo e l'allineamento agli standard minimi richiesti dall'azienda.

Nell’ambito delle attività del 2025 del Tavolo di Lavoro, è previsto un secondo appuntamento a fine Ottobre, che avrà come focus gli aspetti ambientali della gestione responsabile della catena di fornitura.

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