Target Gender Equality è un percorso di accelerazione ideato dal Global Compact delle Nazioni Unite ed implementato in collaborazione con i Network locali. Il programma, rivolto alle imprese aderenti all’iniziativa onusiana, intende fornire le conoscenze e competenze necessarie per fissare e raggiungere ambiziosi obiettivi aziendali per l’uguaglianza di genere, in un’ottica di accrescimento dell’impatto sull’SDG 5 - Gender Equality dell’Agenda 2030 ONU.
Nel 2024, UNGCN Italia implementerà il terzo round del programma di accelerazione, focalizzato sulla leadership femminile e sulla riduzione del gender pay gap.
Lo scorso 8 aprile, si è tenuto il primo meeting dell’edizione 2024 del Tavolo di Lavoro sul Sustainable Procurement, il percorso riservato ad un gruppo ristretto di aziende italiane aderenti all’iniziativa UN Global Compact e lanciato come progetto pilota a marzo 2023, per offrire uno spazio di approfondimento tematico, scambio di esperienze ed apprendimento tra pari sulla gestione sostenibile delle catene di fornitura.
L’incontro, tenutosi a Milano presso la sede di Edison - sponsor del percorso - ed in video-conferenza, si è focalizzato sugli aspetti sociali del sustainable supply chain management. Dagli interventi di esperti tematici e rappresentanti aziendali, è emerso come le catene di approvvigionamento, di portata sempre più globale e complessa, rappresentino oggi una delle aree a maggior rischio - reale e potenziale - di violazione dei diritti umani e dei lavoratori. Questo fa sì che il tema risulti estremamente rilevante per il settore privato, il quale è chiamato a gestire le proprie filiere in maniera più attenta e responsabile, al fine di assicurare la stabilità, l’attrattività e la competitività nel lungo termine del business.
UN Global Compact Network Italia lancia per il quinto anno consecutivo il round locale del concorso “SDG Pioneers 2024”, promosso in collaborazione con il Global Compact delle Nazioni Unite e finalizzato a selezionare business leader che, grazie al proprio lavoro quotidiano in un’azienda italiana aderente a UNGC, si contraddistinguono per l’impegno proattivo e significativo per l’avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Nel 2023, INWIT ha avviato - in collaborazione con Legambiente - un progetto di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico in quattro aree naturali dell’Appennino centrale, grazie all’installazione di nuove tecnologie sulle torri aziendali già presenti nelle zone coinvolte. Più specificamente, INWIT intende sviluppare una base-dati a lungo termine relativa alla qualità dell’aria, favorendo quindi l’identificazione di eventuali rischi o impatti negativi, e stimolando l’adozione di misure correttive da parte degli attori locali.
È Emanuele Cardinale - Head of Sustainability di INWIT, a raccontare gli obiettivi e le modalità d’implementazione dell’iniziativa, che vede l’Azienda operare in una logica di “Tower as a service”, ossia utilizzando le proprie infrastrutture per offrire più servizi integrati ed innovativi e contribuire attivamente alla tutela della biodiversità.
Lo scorso 21 marzo, si è tenuta la sessione di peer-learning della prima edizione italiana del Business & Human Rights Accelerator, il percorso di formazione di 6 mesi ideato dal Global Compact delle Nazioni Unite con il supporto tecnico di Shift ed implementato in collaborazione con i Network locali. Il programma, attivo in oltre 50 Paesi, vede la partecipazione di 880 aziende al livello globale. L’obiettivo del percorso è duplice: da un lato, fornire alle imprese aderenti le conoscenze e competenze necessarie per fissare e raggiungere ambiziosi obiettivi aziendali per la tutela dei diritti umani e dei lavoratori; dall’altro, offrire loro indicazioni e strumenti concreti per condurre processi di due diligence efficaci, sia internamente che lungo le catene di fornitura.
Il Global Compact delle Nazioni Unite ha pubblicato il “WEPs Tool 2024 Trends Report”, al fine di presentare i risultati aggregati derivanti dall’utilizzo del WEPs Gender Gap Analysis Tool (WEPs Tool) da parte di 2.777 aziende in 117 Paesi. I dati sono relativi alle organizzazioni business firmatarie dei Women’s Empowerment Principles (WEPs), di varie dimensioni (55% grandi imprese e 45% PMI) ed attive in diversi settori produttivi, che hanno utilizzato questo strumento di autovalutazione nel biennio tra il 2 dicembre 2021 e il 1° dicembre 2023.
Il WEPs Tool consente alle aziende che hanno sottoscritto i sette principi per la promozione di una condizione paritaria di genere nel mercato del lavoro, di valutare in modo anonimo le proprie performance in materia. Lo strumento tiene in considerazione le prestazioni aziendali registrate in quattro fasi: impegno, attuazione, misurazione e trasparenza, in modo da verificare se gli impegni assunti siano poi accompagnati da azioni concrete per l’attuazione dei WEPs.
Includere l’uguaglianza di genere nei piani aziendali e responsabilizzare il management, prevedere incentivi di performance al raggiungimento di determinati risultati, investire in formazione. Sono queste alcune azioni concrete che il settore privato può mettere in campo per garantire la parità di genere in ambito lavorativo. A presentare queste proposte è stato il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGCN Italia) durante Ring the Bell for Gender Equality, l’annuale evento che si è svolto oggi alla Borsa di Milano in occasione della Giornata internazionale della donna.
In occasione della Giornata internazionale della donna, UN Global Compact Network Italia, Borsa Italiana e Women in ETFs promuovono l’evento “Ring the Bell for Gender Equality - Invest in Women: accelerate process”, il cerimoniale organizzato annualmente da oltre 100 Borse in tutto il mondo, che quest’anno giunge al decimo anniversario, per dedicare il tradizionale suono della campana ai temi della gender equality e della valorizzazione dei talenti femminili.
A partire dal mese di maggio 2024, UNGCN Italia lancerà la terza edizione italiana del Climate Ambition Accelerator, il percorso di formazione di 6 mesi ideato dal Global Compact delle Nazioni Unite, realizzato in stretta collaborazione con i Network locali e rivolto esclusivamente alle aziende aderenti all’iniziativa onusiana.
L’obiettivo del programma, implementato al livello nazionale grazie al supporto di Carbonsink, è di fornire alle organizzazioni business partecipanti le competenze necessarie per fissare obiettivi climatici che siano basati sulla scienza ed accelerare i progressi verso il raggiungimento di un’economia net-zero entro il 2050.
14 febbraio 2024, Milano – Il Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo, auspica il pieno sostegno da parte degli stati membri dell’Unione europea alla direttiva che introduce per la prima volta nell’UE l’obbligo per le imprese di effettuare una due diligence in materia di diritti umani e ambiente.
I membri del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) sono chiamati ad esprimersi sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D). Il provvedimento prevede per le aziende di identificare, prevenire, mitigare, comunicare e porre fine agli impatti negativi sull’ambiente e sui diritti umani causati dalle loro attività economiche e dalla loro catena del valore (supply chain).
Nel 2022, Caffè Borbone - azienda leader nel settore della torrefazione e del caffè porzionato - ha avviato in Uganda il progetto «MWANYI», con l’obiettivo di sostenere l’emancipazione culturale e finanziaria di donne e giovani ugandesi che lavorano nella filiera del caffè. Questo è un settore cruciale per l’economia nazionale, ma resta caratterizzato da un’alta frammentazione geografica, dalla mancanza di formazione imprenditoriale e da una supply chain non ancora certificata.
È Marco Schiavon - Amministratore Delegato di Caffè Borbone, a raccontare l’impegno pluriennale dell’Azienda in Uganda, la partnership con OFI - Olam Food Ingredients per l’implementazione del progetto, i risultati finora raggiunti e l’impatto generato sulle comunità locali e all’interno dell’organizzazione stessa.
Cari Partecipanti al Global Compact delle Nazioni Unite,
in un momento come quello attuale in cui stiamo assistendo all’esacerbarsi di grandi sfide globali - tra cui, cambiamenti climatici, conflitti armati, aumento delle disuguaglianze, mutazioni socio-economiche e geopolitiche -, la convergenza di megatrend sociali, tecnologici, politici ed economici sta producendo complessità, incertezze e sconvolgimenti senza precedenti.
Di fronte a questa situazione, siamo chiamati a prendere scelte e cogliere opportunità sempre più importanti e decisive. Ed è evidente come sia le nostre azioni, che le possibili non azioni, generino grandi impatti e conseguenze.
Negli ultimi anni, ho constatato che i leader aziendali sono sempre più consapevoli del potenziale che il settore privato può mettere in campo per affrontare e risolvere i problemi globali, facendosi così promotore di una trasformazione profonda. Gli stessi leader hanno potuto condividere soluzioni trasversali e progressi raggiunti in diversi ambiti, tra cui l’azione per il clima, le energie rinnovabili e il salario dignitoso, in occasione dei numerosi incontri globali, regionali e locali organizzati dal Global Compact delle Nazioni Unite.
UN Global Compact Network Italia pubblica la versione in italiano della Ricerca “L’impegno delle imprese italiane per il net-zero”, prodotta in collaborazione con IPSOS (Istituto di analisi e ricerche di mercato) e presentata per la prima volta al pubblico internazionale in occasione della COP28 di Dubai.
L’indagine è orientata a delineare lo stato dell’arte rispetto all’impegno e all’azione del settore privato italiano sui temi del cambiamento climatico e, in particolare, sul raggiungimento dell’obiettivo net-zero, evidenziando leve e barriere caratteristiche del tessuto imprenditoriale italiano. L’analisi approfondisce il fenomeno comparando le imprese aderenti all’UN Global Compact e quelle esterne all’iniziativa onusiana e sottolineando differenze relative alla dimensione aziendale e ai settori merceologici di appartenenza.
Sempre più bilanciata la partecipazione tra PMI e grandi aziende, appartenenti ai settori merceologici più rappresentativi dello scenario economico italiano. Il 23 gennaio il Meeting che inaugura le attività dell’anno.
Continua a crescere il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite. Nel 2023, la rete che rappresenta nel nostro Paese la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo ha superato per la prima volta le 500 realtà ed è composta oggi da 510 aziende. Tra le adesioni dell’anno appena concluso ci sono simboli del Made in Italy come Ferrari e TOD’s, sedi locali di gruppi internazionali come Leroy Merlin Italia e realtà del settore finanziario come Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano.
UN Global Compact Network Italia promuove per il prossimo 23 gennaio il Welcome Meeting, l’appuntamento annuale rivolto a tutti gli aderenti italiani al Global Compact delle Nazioni Unite.
L’incontro, che si terrà in modalità webinar dalle 11.00 alle 13.00, sarà l’occasione per illustrare gli aspetti rilevanti dell’iniziativa onusiana: la Value Proposition, le modalità di partecipazione, gli strumenti e le opportunità di coinvolgimento per gli aderenti. Il webinar proseguirà con un approfondimento sulla dimensione locale dell’UN Global Compact e con la presentazione del programma attività che verrà implementato nel 2024 dal Network Italiano.
L’anno più caldo di sempre - se si osserva la temperatura della superficie terrestre e degli Oceani - si chiude con il nuovo accordo siglato alla COP28 di Dubai dalle 198 delegazioni presenti, che impegna il mondo intero ad abbandonare l’utilizzo dei combustibili fossili entro il 2050. Pur in assenza di un cronoprogramma e di un piano di finanza climatica a supporto dei Paesi in via di sviluppo, il risultato rappresenta un passo in avanti rispetto alle negoziazioni precedenti, a cui devono ora seguire politiche coraggiose e realmente impattanti, da parte dei Governi nazionali, insieme a quel settore privato a cui il Global Compact delle Nazioni Unite, e noi come suo Network locale, rivolgiamo costantemente i nostri sforzi e la nostra azione di supporto.
Il Pianeta è a rischio e, con esso, qualsiasi equilibrio connesso al benessere della popolazione mondiale. D’ora in avanti, perciò, non saranno ammessi ritardi, false soluzioni o distrazioni rispetto alla nuova dichiarazione collettiva di voler procedere verso l’eliminazione delle fonti fossili per creare, quindi, una economia a zero emissioni nette. Il disastro climatico, e quindi anche quello sociale ed economico - data la forte interdipendenza fra le tre dimensioni - sarà evitato solo se si porterà avanti una trasformazione continua verso un futuro sostenibile ed equo: a ritmo sostenuto, senza interruzioni o passi indietro, semmai con virtuose accelerazioni.
Innovando, PMI innovativa basata in Veneto ed attiva nel settore della gestione dei rifiuti industriali, è tra i partner del progetto «LIFE Re-Shoes» che, attraverso il recupero circolare delle scarpe a fine vita, promuove il riciclo virtuoso come nuovo standard nella filiera calzaturiera.
È Cveta Majtanovic – Sustainability Director di Innovando – a raccontare il contesto e le modalità di implementazione dell’iniziativa, nonché le sinergie attive all’interno del consorzio internazionale che è a capo del progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma «LIFE».
Solo un’impresa italiana su cinque dichiara di avere adottato un piano per contrastare il cambiamento climatico, il 17% ha fissato obiettivi di riduzione delle proprie emissioni di gas climalteranti. È quanto emerge dalla ricerca “L’impegno delle aziende italiane per il net-zero” realizzata da Ipsos e dal Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC), la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo. La ricerca, con una prefazione del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è stata presentata il 10 dicembre presso il Padiglione Italia di COP28 a Dubai.
“I dati della ricerca ci dicono che tra le aziende italiane c’è ancora molto da fare, il rapporto tra chi ha adottato un piano sul clima e chi non lo ha fatto è di uno a cinque, decisamente basso considerato il peso della nostra economia, ha dichiarato Marco Frey, Presidente UN Global Compact Network Italia. Il ruolo del settore privato è cruciale, ma è necessario sviluppare e implementare iniziative di supporto che possano guidare le imprese nell’ambizioso percorso verso il net-zero. Dobbiamo lavorare da un lato per consolidare e accelerare i progressi delle aziende virtuose e dall’altro per coinvolgere le imprese che non hanno ancora affrontato la questione climatica”.
ICAM, azienda lombarda leader nella produzione di cioccolato sostenibile e di alta qualità, è presente da oltre dieci anni in Uganda, dove ha costruito una filiera di approvvigionamento sempre più solida ed attenta agli impatti sull’ambiente e sulle comunità, con l’obiettivo di generare valore sia per l’impresa, che per il territorio e le Persone ugandesi.
È Sara Agostoni – Global Procurement Director and Chief Sustainability Officer di ICAM – a raccontarci il contesto in cui ICAM opera tuttora, le azioni e le partnership che hanno sostenuto la crescita del pregio del cacao locale.
Nella cornice della 28esima Conferenza quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28), UN Global Compact Network Italia presenta i risultati della ricerca “L’impegno delle imprese italiane per il net-zero”, realizzata con il supporto di Ipsos.
Lo studio delinea lo stato dell’arte, nel nostro Paese, rispetto all’Azione per il Clima delle aziende e, in particolare, il loro contributo alla riduzione delle emissioni di carbonio e al raggiungimento del target net-zero. Analizza, inoltre, quali sono i principali driver, le sfide da affrontare e le opportunità da cogliere, anche attraverso focus tematici settoriali.